MBM in Boccioni

Officine a Porta Romana – Umberto Boccioni

Il pittore futurista Umberto Boccioni si stabilì a Milano nel 1907. La metropoli era già allora la più industrializzata e moderna d’Italia e il rapporto con la stessa è senz’altro uno dei nodi centrali della poetica futuristica di Boccioni e anche uno dei suoi aspetti più articolati. Il pittore affittò insieme alla madre ed alla sorella, dapprima un appartamento  in via Castel Morone, e poi, nel 1909, si trasferì in Via Adige 23, nel quartiere Porta Romana. L’edificio in cui viveva si affacciava su Piazza Trento, una zona che fu un cantiere continuo dai primi anni del secolo fino al 1921, ispirando il pittore nella realizzazione dell’opera Officine a Porta Romana, un fermo immagine di quanto Boccioni osservava dal suo balcone, un paesaggio urbano periferico, uno spazio incerto tra città e campagna, dove edifici industriali, officine e costruzioni civili si stavano progressivamente sostituendo ai terreni incolti di un’attività agricola che stava morendo. In questa tela, il pittore propone un’esplosione di contrasti cromatici, in nuclei di colore raggrumati che sprigionano un’incredibile energia e ai quali si sovrappongono netti fasci di luce discendente, sapientemente bilanciati dall’opacità dei vapori delle ciminiere che compaiono in lontananza. La febbrile intensificazione cromatica è tipica dell’estrema fase divisionista di Boccioni ed è immediatamente precedente alle prime scomposizioni della forma. 

L’osservazione di Porta Romana prosegue nei dipinti dell’artista che, negli anni successivi, documenta i cambiamenti ai quali assiste, fino ad arrivare al luglio del 1911, quando, sotto i suoi occhi si aprì un nuovo cantiere, quello per la costruzione del Molino Besozzi Marzoli. Sollecitato dal quotidiano tramestio dei lavori, Boccioni puntualmente dipinge lo scavo per il nuovo edificio in La strada che entra in casa, nel quale è raffigurata la madre dell’artista di spalle affacciata al balcone che osserva una quantità di operai impegnati nella costruzione delle fondamenta del Molino.

La strada entra nella casa – Umberto Boccioni

Il dipinto mostra una donna di spalle, ritratta mentre si poggia sulla ringhiera di un balcone. La vista che si apre da tale postazione mostra una fitta serie di edifici, una strada sulla sinistra e dei cantieri nella parte centrale del dipinto. L’opera presenta una potente carica emotiva, rappresentata dalla scelta dei colori e dalle forze che riescono persino a piegare gli edifici. Boccioni stesso descrive la sua opera in questo modo:

«La sensazione dominante è quella che si può avere aprendo una finestra: tutta la vita, i rumori della strada, irrompono contemporaneamente come il movimento e la realtà degli oggetti fuori. Il pittore non si deve limitare a ciò che vede nel riquadro della finestra, come farebbe un semplice fotografo, ma riproduce ciò che può vedere fuori, in ogni direzione, dal balcone.»

Sempre la madre ed il paesaggio urbano sono i protagonisti del dipinto Materia, realizzato dall’autore a cavallo tra il 1912 ed il 1913. In quest’opera, la donna è ritratta con lo sguardo verso il pittore. Dietro di lei è possibile individuare la sezione originaria del Molino con il suo largo portone tripartito. La trasformazione dello scenario del capoluogo lombardo è resa in pieno stile futurista in questo olio su tela.

Materia – Umberto Boccioni

Un interessante approfondimento su Boccioni è contenuto in un articolo di Leonardo Capano, pubblicato su Quattro, giornale di informazione e cultura della zona 4  Vittoria Forlanini,  del 6 Maggio 2015:

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